Dopo qualche iniziale timidezza, i ragazzini vengono a ogni lezione col sorriso sulle labbra e tanta voglia di partecipare.
Sarò sincera: quasi tutti i bambini, la prima volta che si sono presentanti alla scuola Mulè, dove teniamo le lezioni delle classi elementari, piangevano e si tenevano alla mamma, implorandola di non andare via! Ora, invece, arrivano di corsa e col sorriso sulle labbra! Così, se gli studenti imparano, ripassano, potenziano le loro capacità, gli insegnanti stanno imparando cosa vuol dire fare volontariato, cosa vuol dire lavorare per aiutare la gente senza avere nulla in cambio, a parte i sorrisi degli altri, o le manine che i più piccoli si battono sulla testa quando sbagliano a fare un conto o saltano una doppia.
In realtà non c’è niente che non si possa imparare o far capire, quando si è armati della giusta voglia di farlo, anche se questo non significa che seguire dei ragazzini seduti dietro un banco, fuori dall’orario scolastico, sia proprio una passeggiata: siamo tutti stanchi sì, ma soddisfatti dopo quelle due ore pomeridiane, che scorrono via senza che nessuno controlli l’orologio.
Il progetto dell’Università Solidale è una scommessa grande, molto grande, che In altri Termini ha fatto con la comunità e con se stessa, e che è nato praticamente senza un euro di finanziamento. Riuscire a vincere questa scommessa, continuare sulla strada che abbiamo intrapreso, ampliare la nostra rete, avere altri volontari, accogliere altri studenti, è l’unica forma di remunerazione che cerchiamo.
Un grande grazie, di cuore, và alle persone che con me stanno portando avanti questa realtà: Manuela A., la signora Francesca I., Manuela C., Calogero L., Giuseppe M. Il loro lavoro è fondamentale.
Quello dell'università Solidale ci sta insegnando è che le cose belle si possono fare, senza cercare per forza la luce dei riflettori o il protagonismo fine a se stesso.
Penso, e non solo perché sono direttamente implicata, che questo progetto sia importante per la città, e che sia giusto che Termini lo conosca, e lo faccia conoscere, per aiutarci a portarlo avanti.
Per chi volesse entrare a farne parte, le porte dell’Università Solidale sono sempre aperte.
Sofia Caratozzolo
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