martedì 26 marzo 2013

«Defezioni» alla Consulta giovanile: lasciano in 17

Dal Giornale di Sicilia del 26 marzo 2013

«TROPPA POLITICA»


«Defezioni» alla Consulta giovanile: lasciano in 17


Si dimettono in diciassette dalla consulta giovanile di Termini Imerese e fra questi c'è anche il candidato a presidente Adriano Fazio. L'ufficialità arrivata lo scorso fine settimana con una lettera firmata dagli interessati.
Nella missiva viene spiegato come la loro idra di consulta giovanile fosse «quella di creare in prima istanza il confronto e il dibattito fra i giovani, renderlo un luogo di Interazione e facendolo diventare un laboratorio politico. Ma «nei fatti - recita la nota -, l'esperienza si è dimostrata fin dall'inizio fallimentare. Abbiamo assistito a un aspro scontro su questioni estranee alla consulta, a polarizzazioni inopportune che hanno reso, nel concreta impossibile lo svolgimento di un qualsiasi dibattito prolifico. Quindi «scoraggiati e un po' amareggiati non siamo interessati a far parte di un’esperienza che vuole; i giovani imitare i beceri meccanismi della convenienza politica - aggiungono i 17 firmatari strumentalizzando la consulta al fine di farne un mezzo di sterile propaganda personale; vogliamo piuttosto diventare utili protagonisti del panorama cittadino termitano». Per i diciassette, inoltre, tale decisione «non è certo un pretesto per scappare da situazioni scomode: vuole semmai aprire la strada a un progetto che non sia contaminato da volgari individualismi».

 
Autore:
Maria Grazia d'Agostino

Noi non ci stiamo!

NOI NON CI STIAMO!

Ecco il perché delle nostre dimissioni:


Le idee e le buone intenzioni non ci sono bastate.

 Noi giovani ci sentiamo una risorsa per la nostra  città. Abbiamo sposato fin da subito l’idea della Consulta giovanile comunale , portando all’interno di quest’organo la convinzione che fosse finalmente arrivato il giusto mezzo di riscatto per i giovani termitani che volessero mettersi in gioco, far parte di una cittadinanza attiva . Credevamo, e crediamo ancora, che una politica vitale per una città non possa non tener conto delle esigenze di coloro i quali in futuro saranno chiamati a viverla come cittadini, come amministratori, come persone.
Ci siamo presentati in modo propositivo e non critico, sentendo l’esigenza di fare anche noi la nostra parte. L’idea tipo di Consulta giovanile, almeno secondo il nostro parere, è quella di creare in prima istanza il confronto e il dibattito fra i giovani,renderlo un luogo di interazione, e farlo diventare,insomma,  un laboratorio politico.
Viviamo in un Paese in cui assumono sempre più valore la forma a dispetto della sostanza, l’individualismo a dispetto del bene comune, il futile a dispetto della cultura.
Abbiamo deciso di scrivere questa lettera perché abbiamo qualcosa da chiedere, ma soprattutto per affermare il nostro essere giovani pensanti. In quanto tali vogliamo prendere parte a un’esperienza che sia politica, per come Aristotele la intendeva, che ci dia modo di esprimerci confrontarci e prenderci le responsabilità di quanto andremo a fare.
Ma come succede nella maggior parte dei casi , ahinoi, le grandi aspettative finiscono presto con l’essere disattese da una realtà traditrice.
Nei fatti, l’esperienza si è dimostrata fin dall’inizio fallimentare. Abbiamo assistito a un aspro scontro su questioni estranee alla Consulta giovanile, a polarizzazioni inopportune, le quali hanno reso, nel concreto,impossibile lo svolgimento di un qualsiasi dibattito prolifico.
Siamo convinti che in queste condizioni non si possano raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissi all’inizio di questa avventura. Scoraggiati e un po’ amareggiati,non siamo interessati a far parte di un’esperienza che vuole i giovani imitare i beceri meccanismi della convenienza politica, strumentalizzando la Consulta al fine di farne un mezzo di sterile propaganda personale; vogliamo piuttosto diventare utili protagonisti del panorama cittadino termitano.
Da ciò deriva la decisione di rassegnare le nostre dimissioni dalla Consulta giovanile, ritenendo che all’interno dell’Assemblea attualmente costituitasi non ci siano le condizioni per istaurare il giusto clima di confronto e tramutare quest’esperienza in uno strumento di effettiva utilità civica.
Sia chiaro che questo nostro atto non è certo un pretesto per scappare da situazioni scomode; vuole semmai aprire la strada a un progetto che non sia contaminato da volgari individualismi e sciatte macchinazioni di sorta.
Siamo sicuri che saremo in qualche modo utili, con le nostre buone intenzioni e il nostro entusiasmo giovanile, alla crescita e al miglioramento della nostra Termini.
Augurando buon lavoro alla Consulta giovanile comunale, salutiamo cordialmente.

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